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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

518968
Venanzio Giuseppe Sella 50 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
  • UNIPIEMONTE
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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

Velocità della luce. È veramente prodigiosa la velocità con cui la luce si propaga. La più grande distanza che si possa avere tra due punti presi

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Spiegazione. — Suppongo di avere tre corpi O, P, Q rispettivamente colorati in blù, giallo, rosso; mescolo questi corpi, ed ottengo il misto m, che

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convenientementecolorati ciascuno in giallo, rosso, blù. Si vedrebbe che la luce, dopo di avere attraversato questi tre vetri, è tutta assorbita, che si ha il nero

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Non ricordandomi più a quale rango appartenga una data gradazione di questa stessa serie di colori blù che io so d’avere dovuto pagare L. 35 al

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Il fotografo avrà dunque cura di disporsi in modo a non avere, nelle viste che vuol copiare, e nei ritratti che vuol prendere, oggetti troppo vicini

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formola, due lenti composte separatamente di vetri dotati di forza dispersiva differente, di crown glass e di flint glass, in modo da avere una lente

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consistere in un sol vetro: ma bisogna necessariamente avere due vetri quando la distanza è ridotta a cinque o sei volte la lunghezza focale del sistema

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(a) I fotografi dicono campo della camera oscura la base del cono che formano i raggi dopo di avere attraversato la lente, la qual base trovasi nel

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Coll’oggettivo del signor Sutton si può, come coll’oggettivo Porro, avere un campo angolare di 425°, ossia un’immagine di più di un terzo dell

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molto lungo è assai difficile avere una immagine di una nitidezza uniforme.

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b. Camera oscura piegabile. — La forma di questa camera è conveniente pel fotografo viaggiatore, che ha bisogno di avere una camera oscura che sia

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Quella camera di questo genere, che sembra avere ottenuta l’approvazione degli ottici e dei fotografi a preferenza di ogni altra è senza dubbio la

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delle distanze ed avere una chiara percezione del rilievo dei corpi, cioè delle loro tre dimensioni, lunghezza, larghezza e profondità.

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lenti dovrebbero avere la forma di un menisco convergente colla parte concava verso l’esterno.

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, equivalgono ad 8 parti di ossigeno, il quale se ha per suo equivalente il n° 8, il solfo deve avere un equivalente eguale a 16.

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partendo dall’ossigeno si viene ad avere numeri troppo grandi, ed i calcoli diventano troppo lunghi, senza che neppur vi sia maggior vantaggio pel

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24 grammi di acetato di piombo sciolto in poca acqua, filtra e dilunga con acqua sino ad avere 1000 grammi di liquido che sarà una soluzione di

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acquosa di acido gallico, bastando mescolare una piccola quantità della alcoolica soluzione con molta acqua per avere la soluzione di acido gallico atta

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Quando invece l’acido nitrico contiene meno di 9 equivalenti di acqua, bolle tra +86° e +128°, distilla concentratissimo, e si dilunga sino ad avere

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se vi fosse contrazione invece di avere dopo il miscuglio il volume V + V’ si avrebbe p. e. 1/2(V + V’).

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1a Indicazioni della lastra sensibilizzata. — Non è che dopo di avere sensibilizzato che si possa giudicare della eguaglianza dello strato di

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Allorchè si vuole esporre umido non si deve lavare nell’acqua la lastra prima dell’esposizione, se si desidera avere molta celerità di azione

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tuttavia essa non fosse ancora arrivata ad un sufficiente grado d’intensità, si ritornerebbe da capo coll’acido gallico, e così di seguito sino ad avere

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liquidi sensibilizzatori e dei liquidi sviluppatori, perchè sia dopo di avere collodionato, sia dopo di avere esposto alla luce, bisogna non por tempo in

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Allorquando si ha bisogno di avere del collodio denso, ed il caso può occorrere quando si ha del collodio troppo liquido da rendere consistente, è

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concentratissimo, al 98 per 100, affinchè il collodio possa avere la fluidità conveniente e produrre una pellicola abbastanza coerente e solida.

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lo strato sensibile della sua materia sensibilizzatrice, il che può avere luogo facilmente quando il collodio venne preparato con una quantità di

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5aFoco chimico e foco visuale. — Le lenti di un oggettivo sono soggette ad avere un foco chimico diverso dal foco visuale, vale a dire: l’immagine

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dell’oggettivo sia costante; epperciò, onde non avere a modificare il foco ogni volta che si prende una veduta, è più spiccio il distanzare il vetro

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diminuita dalla grande apertura angolare che esso deve avere, per cui il suo foco non è profondo, ma è limitato quasi ad un sol piano verticale, o ad una

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La correzione dei due fochi per ogni distanza nel modo ora indicato è cosa tediosa, ma è necessaria quando si vuole avere una grande precisione nel

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muovere la lente dell’oggettivo da un dato punto, che corrisponde alla distanza data, onde avere una immagine nitida chimicamente.

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per avere immagini nitide, e per ottenere uniformemente buoni risultati. Tuttavia molti dei più celebri fotografi, tra cui posso citare il signor

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’oggetto, p. e. se un tempio, una torre, ecc., può di rado avere tutto intiero il monumento nel suo quadro.

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causa di dover avere avanti alla camera oggetti estremamente illuminati, egli potrà renderla così piccola, che l’effetto ne sia quasi insensibile, col far

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La falsa luce può avere accesso nello strato sensibile non solamente per causa di una cattiva costruzione, ma anche, e molto più frequentemente, per

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Se si prende una veduta bisogna fare in modo di avere la minor quantità di cielo che sia possibile, perchè il cielo, quando occupa una grande

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Alcuni mescolano la soluzione del nitrato colla soluzione di acido pirogallico, e la versano così, subito dopo avere fatto il miscuglio, sull

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avere una apertura del diametro almeno eguale al decimo della lunghezza del suo foco equivalente. Operando con un diametro di apertura eguale al sesto

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disegno per luce riflessa, e che fa veder le ombre imbrunite, semi-velate, invece di conservare la necessaria trasparenza, onde il disegno possa avere

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principalmente dalla umidità che potesse avere la carta positiva.

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Un foglio di carta incerata come si deve, veduto per trasmissione, dovrà avere l’aspetto di un foglio di gelatina senza macchie, e veduto per

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, e ciò rende assai facile il mantener sempre la soluzione entro i limiti che dee avere per la buona riuscita.

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Perciò egli è affatto indispensabile di avere una così detta pressa a copiare (a) o macchina a copiare (Chassis positif — Printing frame — Kopirrahme).

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intense. La soluzione di iposolfito deve essere in quantità sufficiente a coprire la prova, e deve essere nuova, ossia non avere mai servito a fissare

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viva, imperciocchè le prove fissate con una luce troppo intensa, non potranno avere tutta la voluta freschezza nei bianchi.

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, in modo da avere un pendolo da poter far oscillare a volontà (a).

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fare una semplice oscillazione in un minuto secondo deve avere la lunghezza di circa 0m 99. Perciò il pendolo di 0m 40 farà 94 oscillazioni, avendosi

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infine dopo di avere passato la prova nel bagno ferrico, la si mette in una soluzione di prussiato di potassa si ottiene una immagine di color blù su

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Per avere la massima sensibilità conviene esporre umido; se si espone secco il tempo sarà più lungo, e l’immagine meno nitida. Una tale condizione

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